La cultura Ozieri
Scoperta casualmente nel 1914, la grotta fu esplorata dall’archeologo Taramelli. L’importanza del rinvenimento sta nel fatto che le scoperte di Ozieri hanno permesso di situare quei materiali e gli altri simili, rinvenuti nell’800, in una sequenza stratigrafica da cui si è iniziato a ricostruire la storia più antica della Sardegna.
Tali materiali per forma, colore e decorazioni presentano un quadro unico di caratteristiche ornamentali.
Negli anni successivi, le ricerche archeologiche hanno mostrato un’ampia diffusione della Cultura Ozieri in tutta la Sardegna ma, innegabilmente, i manufatti ceramici ritrovati nella grotta San Michele costituiscono una delle più alte testimonianze del Neolitico isolano.
La ceramica della Cultura Ozieri presenta una ricca decorazione a bande tratteggiate, in forma di spirali, volute, cerchi, triangoli ripetuti, decorazioni spesso messe in risalto con ocra rossa o gesso. Si tratta di una ceramica ricca di richiami alla vita, all’economia e alle credenze degli uomini che la produssero.
Le forme vascolari sono varie: tripodi, pissidi, vasi a cestello, ciotole.
Il più noto reperto rinvenuto nella grotta , è la pisside, vaso simbolo della Cultura Ozieri.
Questo vaso presenta incisioni a forma di corna di toro e teste d’ariete che tornano nel ricco repertorio ornamentale delle domus de janas, tombe ipogeiche, che sono un altro elemento caratterizzante della Cultura di Ozieri.
Unico finora il motivo che decora la base della pisside: una stella a sei punte.
Oltre ai materiali ceramici nella grotta, sono stati ritrovati resti ossei, utensili in selce, ossidiana e un idolo di Dea Madre.
Si tratta di manufatti non d’uso quotidiano, ma realizzati a scopo rituale e come corredo funebre.
I reperti archeologici sono conservati nei musei di Sassari, Cagliari e Ozieri.