La Grotta di San Michele prende il nome da una chiesa, ormai scomparsa, che sorgeva nelle vicinanze.
La cavità si articola in un ramo principale e in una serie di gallerie, cunicoli e piccoli ambienti.
Attualmente percorribile per 56 m, ha uno sviluppo complessivo di circa 160 m.
La grotta ha subito importanti modifiche rispetto al suo aspetto originario, durante il periodo bellico, quando fu riadattata a rifugio antiaereo, come la vicina Grotta del Carmelo.
Negli anni ‘50 del secolo scorso fu distrutta la prima ampia sala antistante l’attuale ingresso.
Formatasi per l’azione costante dell’acqua, che nei secoli ha scavato la roccia calcarea, la grotta di San Michele ha restituito importanti testimonianze archeologiche che documentano l’utilizzo del sito come luogo di sepoltura e di culto dal neolitico all’età nuragica.
La Grotta San Michele è un sito fondamentale nella storia dell’archeologia della Sardegna.
Dai reperti rinvenuti al suo interno ha preso il nome la Cultura che caratterizza il Neolitico Recente sardo, detta appunto Cultura Ozieri o San Michele (IV-III millennio a.C.).
Orario estivo: dal martedì alla domenica 10.00 – 13.00, 14.30 – 18.00
Orario invernale: dal martedì alla domenica 10.00 – 13.00, 14.00 – 17.00
Chiuso 1 e 13 novembre, 8, 25 e 26 dicembre, 1 e 6 gennaio